[图书][B] Scuole in movimento: Progettare insieme tra pedagogia, architettura e design
B Weyland, U Stadler-Altmann, A Galletti, K Prey - 2019 - library.oapen.org
B Weyland, U Stadler-Altmann, A Galletti, K Prey
2019•library.oapen.orgCome suggerisce Farnè (2018, p. 15)«L'OE non è una moda pedagogica, come ce ne sono
state altre nel più o meno recente passato […]. Le mode, in quanto tali, sono destinate a
“passare di moda”; l'OE va intesa pertanto non come una moda, ma come un modo di fare
educazione». In tal senso, uscire all'aperto, assume il valore di esperienza educativa in
costante collegamento tra quanto viene realizzato all'interno, tra le mura scolastiche, e
quanto all'esterno, in un continuo richiamo tra esperienze concrete, riflessione teorica …
state altre nel più o meno recente passato […]. Le mode, in quanto tali, sono destinate a
“passare di moda”; l'OE va intesa pertanto non come una moda, ma come un modo di fare
educazione». In tal senso, uscire all'aperto, assume il valore di esperienza educativa in
costante collegamento tra quanto viene realizzato all'interno, tra le mura scolastiche, e
quanto all'esterno, in un continuo richiamo tra esperienze concrete, riflessione teorica …
Come suggerisce Farnè (2018, p. 15)«L’OE non è una moda pedagogica, come ce ne sono state altre nel più o meno recente passato […]. Le mode, in quanto tali, sono destinate a “passare di moda”; l’OE va intesa pertanto non come una moda, ma come un modo di fare educazione». In tal senso, uscire all’aperto, assume il valore di esperienza educativa in costante collegamento tra quanto viene realizzato all’interno, tra le mura scolastiche, e quanto all’esterno, in un continuo richiamo tra esperienze concrete, riflessione teorica (anche narrativa) e produzione documentale (grafica, plastica, verbale) rispetto alle attività svolte o agli obiettivi perseguiti (Ceciliani, 2016, p. 224; Ceciliani, 2015, p. 127). L’OE completa le attività che si fanno in sezione grazie alla possibilità di vivere esperienze che all’interno, indoor, non si possono realizzare (Nicol et al., 2007). L’approccio che deve scaturire, dalle indicazioni appena enunciate, si riassume nel facilitare il bambino a vivere l’ambiente esterno, con tutti i suoi sensi ed emozioni, per esplorarlo, conoscerlo, comprenderlo attraverso il corpo, il movimento, l’attività manipolativa, attraverso le personali competenze sensomotorie e cognitive.
Se crediamo, anche alla luce delle recenti evidenze provenienti dalle neuroscienze, che l’infanzia sia l’età in cui l’intelligenza sensomotoria, o cinestesico-corporea che dir si voglia, è preponderante e fondamentale, non possiamo pensare a progetti educativi che escludano l’ambiente esterno e le sue innumerevoli opportunità di apprendimento esperienziale. Molte educatrici/insegnanti potrebbero affermare che escono, che i bambini trascorrono parte del giorno fuori, almeno quando la stagione lo permette, ma la domanda che dobbiamo porci è la seguente: l’uscita all’aperto è parte del progetto educativo pensato per quella sezione di bambini o è solo ricreativa? Nel primo caso uscire non è casuale o limitato alla situazione di bel
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